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Guacci: impossibile trovare una soluzione alle carenze

Farmaci Redazione DottNet | 10/12/2018 10:46

Occorre solo appellarsi all'etica di ognuno di noi. Ma finché la legge lo consente, ci sarà sempre qualcuno che lo farà

Il fenomeno della carenza di farmaci è un problema di grande attualità: prodotti rari e costosi spesso vanno oltre frontiera dove i profitti sono maggiori. Dietro il "traffico" ci sono grossisti, farmacisti e anche privati che s'improvvisano esportatori. E a farne le spese sono sempre i pazienti, l'anello più debole della filiera.

Ne abbiamo parlato con il napoletano Luigi Guacci, farmacista e distributore (clicca qui per il video completo dell'intervista)

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Crede che il problema delle carenze si potrà risolvere?

Il problema non è stato risolto e difficilmente sarà risolvibile. Per un semplice motivo: la legge consente l'esportazione del farmaco da parte di aziende italiane. Io non lo faccio perché sono innanzitutto farmacista e trovo senza senso inviare prodotti all'estero togliendoli ai nostri pazienti.

E la soluzione?

Il prezzo del farmaco dovrebbe essere uguale in tutta Europa. Se in Italia i medicinali costano meno ci sarà sempre qualcuno che, legalmente, lo manderà oltre frontiera infischiandosene dell'etica.

Qual è il meccanismo della distribuzione?

Tutto ruota attorno alle aziende che inviano i farmaci alle regioni in base al fabbisogno accertato. Se poi qualcuno dei destinatari spedisce all'estero i prodotti, non è un problema di colui che produce. Credo che soluzioni non ce ne siano se non facendo breccia sull'etica.

Le regioni che esportano di più?

Un po' tutte, nessuna esclusa.

E i Paesi che importano di più?

Una volta erano Inghilterra e Germania, forse oggi la Cina

Come vede l'ingresso in Italia dei grandi gruppi stranieri nel campo delle farmacie?

Malissimo: il farmacista deve vendere il farmaco, deve cioè essere un punto di riferimento per il paziente, il malato. I cittadini entrano in farmacia anche per chiedere un parere, cosa che difficilmente potrà ottenere da una grande catena.

Federfarma dovrebbe quindi essere più vigile?

Non so che politica vorrà fare il nuovo presidente: mi sembra una persona in gamba, ma per il momento non mi pronuncio.

S. C.

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